Città dei centri 

In questi cinque anni ho acquisito familiarità con tante sigle: PSC, POC, PUA, RUE.

Dietro a queste sigle, apparentemente ostili, si nasconde il grande piano strategico e operativo della città di Bologna: un piano che non divide la città in zone, più vicine e meno vicine alle Due Torri, il centro e la periferia, ma sottolinea le peculiarità positive di ogni sua area e cerca di svilupparne di nuove.

 

Ci sono progetti che vanno ad incidere sul territorio in ottica integrata, per creare nuove centralità, nuovi spazi di vita, socialità, cultura e lavoro. Si parla di riqualificazione diffusa, di miglioramento dell’abitabilità, di relazioni spaziali, funzionali, ambientali e paesaggistiche del territorio che vanno trattate in maniera univoca e strategica. Tra gli obiettivi della pianificazione c’è la volontà di incentivare il recupero e la riqualificazione urbanistica per ridurre il consumo di suolo, promuovere la rigenerazione delle aree e degli immobili dismessi, dialogando con il settore privato e indirizzando gli interventi verso la valorizzazione dello spazio pubblico.

 

Con questi piani abbiamo pensato alla Bologna dei prossimi trent’anni. La Bologna che immaginiamo è quella che, se vuole puntare a uno sviluppo sostenibile, non consuma nuovo suolo, ma rigenera le tante aree già cementificate disponibili, ridestinandole a nuovi usi: oggi buchi neri nelle periferie, domani luci di nuove centralità urbane che si accendono in tutti i quartieri della città. Al posto di caserme dismesse, di binari non più utilizzati, di capannoni industriali vuoti e di fabbriche abbandonate, in ben “46 situazioni” nasceranno abitazioni, anche di edilizia sociale, uffici, sedi universitarie, spazi commerciali di vicinato, dotati di parchi, giardini, marciapiedi, piste ciclabili, strade, fermate bus, zone 30 km/h e parcheggi, insieme a scuole, centri sociali, case delle salute.

Uno dei tanti esempi virtuosi di collaborazione tra pubblico e privato è la nuova area riqualificata in Bolognina, all’incrocio con via Stalingrado: da una fabbrica in disuso da anni ad un nuovo supermercato di quartiere con un parcheggio pubblico su area comunale con più di cento posti auto e un nuovo sviluppo sicuro e confortevole dei percorsi pedonali e ciclabili.
Un grande progetto di rigenerazione urbana è quello che riguarderà l’area ex Staveco: da una caserma militare in disuso, a un nuovo parco urbano e collinare, un polo universitario d’eccellenza e l’ampliamento dell’attuale parcheggio, ad oggi il più utilizzato.

Accanto ai grandi progetti ci sono riqualificazioni più circoscritte che hanno valorizzato aree di prossimità, come “Bella Fuori”: sono stati già creati nuovi spazi di socialità e verde pubblico alla Croce del Biacco e, in precedenza, a San Donato e nel quartiere Navile.

 

Tutte le informazioni sui POC – Piani Operativi Comunali puoi scaricarli on line dal sito di Urban Center Bologna, oppure le trovi su pannelli espositivi e plastici tridimensionali al secondo piano della Sala Borsa

POC patrimoni pubblici

POC qualificazione diffusa