La Velostazione

 

La nuova Velostazione Dynamo è forse l’esempio di rigenerazione urbana e cambiamento culturale più significativo degli ultimi anni a Bologna. Sotto la scalinata del Pincio, alla fine di via indipendenza, c’è un luogo suggestivo, ricco di storia, che dal secondo dopoguerra per decenni era stato trasformato in parcheggio esclusivo per auto (neanche venti), e ora è diventato la casa dei ciclisti, frequentata da migliaia di persone.

 

Un progetto unico in Italia, che sta facendo scuola: dopo qualche mese a Bari ha aperto uno spazio simile e per la prima volta il Parlamento ha stanziato fondi per le velostazioni. Una buona pratica riconosciuta e apprezzata, di cui sono molto orgoglioso.

 

Penso che non sia un caso che la prima velostazione sia nata a Bologna, qui e ora:  da tempo c’è una gran fermento culturale e desiderio diffuso di mobilità nuova, ma la collaborazione fra l’amministrazione e la comunità dei ciclisti è una novità assoluta e un punto di forza di questi anni di lavoro.
La velostazione è in primo luogo un parcheggio custodito di biciclette: i mezzi vengono sistemati nella rete di cunicoli e rifugi antiaerei; ora ci sono 300 posti, ma ce ne saranno 1200. È possibile usufruire anche di altri servizi a misura di ciclista: dalla riparazione al noleggio, informazioni e servizi turistici, all’angolo ristoro e relax. Ma la velostazione è anche un luogo di incontro, socialità, arte, cultura.

Auguro la stessa fortuna al Mercato Sonato, l’ex Mercato San Donato, che possa diventare una fucina di idee e un centro culturale d’avanguardia.

 

Maggiori info su dynamo.bo.it